Friday, December 24, 2004

japanesechronicles - 2 -




Il giardino di hamarikyu e' stretto tra i grattacieli di Shinjuku e Shibuya
e sembra che la campana di vetro che lo protegge dall'avanzare del vetro
e del cemento sia piu' forte di qualsiasi terremoto.
Me lo ricordo in primavera con una distesa di fiori gialli abbaglianti e
i ciliegi con i rami coperti di petali bianchi.
Adesso i ciliegi dormono all'ombra fredda dei grattacieli che in pochi mesi
sono cresciuti ai margini del giardino, come mostruose piante lucenti che
riflettono il cielo viola di questo tramonto invernale. Al posto

del campo di fiori gialli c'e' soltanto terra smossa e una rete azzurra a
proteggere i bulbi dei fiori in letargo per l'inverno.
Soltanto le camelie accese di rosa antico rimangono a
ricordare che prima o poi tornera' la primavera.
Un volo nero di corvi mi fa alzare lo sguardo e riesco a cogliere l'ultima
carezza del sole sull'angolo estremo del grattacielo piu' alto.
Il vento gelido increspa appena l'acqua del lago sotto di me mentre rimango ad
indugiare sopra il piccolo ponte di legno che porta alla casa del the, costruita
su una minuscola isola appena emersa qui da un altro piano di esistenza.
Chissa' che oltre il ponte non ci sia un passaggio verso qualche altro mondo.
Alla finestra della piccola casa mi e' quasi sembrato di intravedere una donna assorta.
Il pallore del suo viso contrasta con i colori vivaci del kimono che indossa.
Sembra abbia i miei occhi. Una piccola mano bianca si solleva in segno di saluto.
Poi il gracchiare di un corvo posatosi sul pino piu' antico del giardino mi fa
trasalire. E quando torno a cercare il volto della donna alla finestra
trovo soltanto il riflesso del cielo invernale striato di nubi rosate.

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