Wednesday, December 22, 2004

japanesechronicles - 1 -

Lascio la citta' sotto un cielo grigio e pesante, con le nuvole basse che
sembrano tende di un sipario abbandonato. Il treno mi sta portando
verso la prima tappa del viaggio. Una notte in un letto sconosciuto, o meglio,
in un divano sconosciuto, e poi il volo verso l'altra parte del mondo.
L'acqua scorre con lunghe dita rapaci sul finestrino sporco del vagone
e fuori soltanto vuote luci di natale che fuggono appena lo sguardo cerca
di catturarle nel buio.
Il mattino si fa strada tra il grigio e il nero delle nubi e mi trova con
gli occhi aperti e una manciata di ore notturne nel palmo della mano che non
ho lasciato scivolare via.
Una leggera nausea e' sempre la sensazione che accompagna il mio
ingresso in aeroporto e non faccio in tempo a scrollarmi di dosso l'inquietudine
di aver lasciato indietro qualcosa di molto importante che
l'aereo diretto a Francoforte e' gia' decollato. E poi non esiste piu' niente
tranne le pagine del libro in cui mi sono tuffata per lasciare che il viaggio
mi scivoli addosso senza dolore. Un brano, un dei tanti che si sono meritati
il bordo piegato in fondo alla pagina..
"Dammi attenzione.
Flash.
Dammi bellezza.
Flash.
Dammi pace e felicita', una relazione d'amore e una casa perfetta.
Flash.
Brandy dice: << Il modo migliore e' di non combattere, lascia perdere. Non cercare sempre di aggiustare le cose. Quello da cui scappi non fa che rimanere con te piu' a lungo.
Quando combatti qualcosa, non fai che renderla piu' forte.>> Dice: << Non fare quello che vuoi >>. Lei dice: << Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere >>.
Il contrario della ricerca della felicita'.
Brandy mi dice: << Fai le cose che ti spaventano di piu' >>."
Beh, dico io, mia cara, tutto cio' e' assolutamente disdicevole..
Il mio libro e' gia finito e Tokyo si apre ad accogliere l'involucro di metallo
che mi trasporta, e ad accogliere anche me. Eccomi a casa.

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